Lo scorso 13 marzo l’Associazione Culturale Pianoterra
alla Balduina ha effettuato un percorso lungo le mura
Aureliane da Porta Maggiore a Porta Tiburtina. La comitiva,
guidata da Fiorenzo Catalli, è partita
dall’osservazione della cd. Porta Maggiore, nata come
scavalco monumentale degli acquedotti delle acque
Marcia, Iulia, Tepula, Claudia e Appia, in corrispondenza
delle vie Labicana e Prenestina, e diventata una delle
porte principali della nuova cerchia di mura di Roma
volute dall’imperatore Aureliano (270- 275 d.C.). Le mura
furono costruite in fretta e furia in anni in cui cominciava
a sentirsi sempre più forte la minaccia di invasioni
di popoli barbari lungo i confini dell’Impero, sul fiume
Reno. Più avanti, superato il complesso che chiamiamo
Tempio di Minerva Medica, ma più probabilmente una
delle grandi aule degli Horti Licininiani, lungo il tragitto
delle mura, un centinaio di metri prima di giungere a
Porta Tiburtina, sul lato esterno, si distinguono nitidamente
i contorni di un edificio a due piani con le porte
del piano terreno e le finestre del primo e del secondo
piano, le mensole dei balconi del primo piano, inglobate
nel tratto di mura.
La Porta Tiburtina ancora conserva l’arco monumentale
dell’acquedotto che in età augustea scavalcava la via
tiburtina, rinforzato nel IV secolo per rendere più sicuro
l’ingresso alla città.